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La verità? Il codice è una commodity. La regia è il vero asset.
Nel mondo delle startup tech – e ancora di più in quello delle AI-first company – siamo tutti abituati a valutare il potenziale tecnologico.
Modelli avanzati. Benchmark promettenti. Tecnologie all’avanguardia.
Ma quando entri in una trattativa seria, che sia un investimento, un’acquisizione o una partnership strategica, queste cose, da sole, non bastano più.
E sai perché? Perché non sono ciò che determina la scalabilità, la sostenibilità o la trasparenza operativa di un’azienda. Sono la superficie.
Ma sotto c’è tutto il resto: struttura, governance, processi, coerenza, direzione. In una parola: regia.
Ed è proprio lì che si gioca la vera due diligence.
Non nella brillantezza tecnica, ma nella capacità di tenere insieme tutto in modo ordinato, replicabile, leggibile.
Una startup AI che non sa spiegare come funziona… non vale quanto sembra
In questi anni abbiamo analizzato numerose realtà AI-oriented.
E c’è un pattern ricorrente: prodotti belli, demo efficaci, team brillanti… ma struttura di governo completamente assente.
Nessuno sa dire:
- chi prende le decisioni tecnologiche
- come vengono gestite le versioni dei modelli
- da dove arrivano davvero i dati
- quanto costa servire una predizione in produzione
- come si monitora bias, drift, comportamento inatteso
- chi è responsabile della qualità del sistema
Ecco, se sei un investitore, un M&A advisor o un buyer strategico, dovresti pretendere risposte chiare a queste domande prima di firmare qualsiasi impegno.
Perché non stai comprando un MVP.
Stai cercando un asset capace di scalare, essere integrato o sorretto nel tempo.
E quello non dipende dal codice.
Dipende dalla regia.
Le domande che ogni investitore dovrebbe fare (ma che pochi fanno bene)
- Chi decide cosa accade quando il modello fallisce?
- Come è documentata l’infrastruttura AI?
- Cosa succede se il lead ML si dimette domani?
- Quanto pesa il sistema in cloud? Quali sono le vere dipendenze?
- Cosa è effettivamente di proprietà e cosa è solo “assemblato”?
- Quali sono i colli di bottiglia per il scale-up?
- Come è gestita la compliance rispetto a privacy, explainability e auditing?
Se non ci sono risposte solide a queste domande, il rischio nascosto è enorme.
E un audit tecnico “tradizionale” non basta a scoprirlo.
Serve un approccio che guardi in profondità.
Il GamePlan è nato proprio per questo
Il GamePlan Check Up non è un audit tecnico nel senso stretto.
È un framework strategico che parte dalla tecnologia, ma la inquadra nel business, nella governance e nella sostenibilità operativa.
Lo usiamo con founder e CEO per prepararli alla due diligence.
Ma lo usiamo anche con fondi, buyer e advisor come strumento indipendente di validazione.
Perché una cosa è dire “questo sistema funziona”.
Un’altra è dire: “Questo sistema ha un modello solido, dati validati, dipendenze gestibili, costi sotto controllo, team distribuito, roadmap coerente e governance reale.”
E chiunque lavori in un fondo sa che è la seconda affermazione quella che regge una term sheet.
Un investimento intelligente non è solo una scommessa sul futuro.
È una valutazione lucida del presente.
Il GamePlan è stato pensato per aiutarti a fare proprio questo.
A vedere oltre la demo, oltre il pitch, oltre la presentazione.
A valutare l’azienda come sistema.
Perché è quello che acquisti, finanzi o porti a bordo.
Se vuoi capire davvero dove stai mettendo i piedi o se vuoi evitare sorprese, ambiguità o rischi non visibili…
Attiva un GamePlan Check Up con il nostro team.
Lo useremo per mappare in profondità la startup e darti un quadro reale, strategico e operativo.
Non una slide. Una guida.